Maurizio Ferrandi
La battaglia sul censimento etnico in Alto Adige/Südtirol quarant’anni dopo
- AB-380-IT
- 978-88-7223-380-1
«Uniti ma divisi. È questo il paradosso sudtirolese.»
Sebastiano Vassalli
Tra il 1981 e il 1982 si consuma una delle più cruente battaglie politiche della storia recente dell’Alto Adige. Il casus belli è la norma di attuazione del nuovo Statuto che colloca nell’edificio dell’autonomia provinciale due pilastri fondamentali: la proporzionale etnica e il bilinguismo. Per disciplinare l’assegnazione dei posti nel pubblico impiego e degli alloggi sociali, la composizione degli enti pubblici e il riconoscimento di una serie di diritti è necessaria, per ciascun cittadino altoatesino, una chiara e vincolante dichiarazione di appartenenza a uno dei tre gruppi linguistici ufficiali attraverso un censimento generale della popolazione. Lo scontro divampa e vede protagonisti, da una parte, Alexander Langer e la Nuova Sinistra- Neue Linke, che sottolineano l’iniquità di un sistema che “ingabbia” le persone in una scelta forzata escludendo mistilingui e alloglotti, dall’altra il “partito di raccolta”, la SVP, che ne difende invece il supposto impianto antidiscriminatorio. La questione approda addirittura alla Camera dei Deputati, che dopo tre giorni di acceso dibattito parlamentare ratifica l’intera normativa. Davanti a Montecitorio, intanto, vengono allestite tre gabbie, a rappresentare plasticamente i tre gruppi linguistici e la “prigionia morale” che ogni scelta etnica impone.
A quarant’anni dalla vicenda, che alimenterà una lunga e mai sopita coda di polemiche e contrasti, Maurizio Ferrandib ne ripercorre la cronaca e i momenti più significativi e drammatici, ricostruendo una storia che va riletta e riscoperta per capire l’Alto Adige di oggi, le sue specificità e contraddizioni.
Con un saggio di Hans Karl Peterlini
Technische Daten
- 14 x 21 cm | 192 pagine
- Prezzo copertina: euro 15,00
- Con un saggio di Hans Karl Peterlini
- Maurizio Ferrandi