Un “classico dimenticato” della letteratura altoatesina
Bolzano, seconda metà degli anni cinquanta. Michele è un inquieto trentenne, agente di commercio che oscilla tra l’edonismo della nuova società consumistica e vaghe quanto velleitarie aspirazioni di vita. Una possibile svolta esistenziale è rappresentata dall’occasionale incontro con Marta, una timida e discreta maestra elementare di etnia tedesca, che abita in una casa di campagna insieme all’anziana madre e ad un amico di famiglia dal ruolo ambiguo. La casa, stretta tra una sponda dell’Adige e uno strapiombo roccioso, nonché raggiungibile solo con l’ausilio di una zattera, è stata teatro, nell’immediato dopoguerra, di un tentativo di rapina finito nel sangue. Tra i due nasce una relazione complicata e resa ancora più impervia dal contesto ambientale, dall’ostilità diffusa e sempre meno nascosta tra i due gruppi linguistici, che di lì a poco sfocerà nella stagione del terrorismo. Sarà l’inattesa visita di Michele alla “casa sull’argine” a riportare a galla alcuni sinistri frammenti di passato tenuti fin lì segreti. Innescando un finale rocambolesco e “aperto”.
Con un sapiente intreccio narrativo e uno straordinario realismo d’ambientazione, il romanzo di Gianni Bianco, edito per la prima volta nel 1965, offre un incisivo ritratto generazionale e – sottolinea Carlo Romeo nella Postfazione – lo «spaccato di un piccolo mondo còlto nel suo momento di massima tensione e metamorfosi».
Scheda tecnica
- 144 pagine
- Prezzo copertina: euro 12,00
- Collana: TravenReprint
- Gianni Bianco
- Brossura