Riccardo Klement è un nome fittizio, necessario per trovare un nuovo nascondiglio, anch’esso provvisorio, e attendere il momento giusto, quello della fuga definitiva. Per scampare alla giustizia e “rinascere” altrove e con un’altra identità, non servono però soltanto rifugi sicuri e documenti falsificati a regola d’arte, ma anche un ambiente in cui potersi mimetizzare ed esprimere nella lingua materna. Per questo motivo il Sudtirolo è il luogo ideale. Ed è inoltre necessaria una rete di complicità e protezioni che solo persone che nel recente passato hanno condiviso ideologia e demonizzazione di un unico nemico sanno garantire. E quando queste persone vestono l’abito talare, i meccanismi e gli itinerari della fuga sono così collaudati che il tentativo ha il successo sperato, non fosse che per un dettaglio: il desiderio irresistibile di sentirsi ancora chiamare con il proprio, autentico nome. Il nome di uno dei più noti criminali nazisti.
Laddove le ricerche degli storici sono riuscite solo in parte a fare piena chiarezza – lasciando sfumati i contorni di vicende talora incredibili e alimentando ipotesi, congetture e teorie – è la letteratura che prova a gettar luce su episodi oscuri e segreti ben custoditi. Marco Ballestracci racconta così un controverso capitolo di storia contemporanea attraverso un equilibrio mobile tra indagine e finzione, districando i nodi di una trama nascosta, ignorata, per certi versi rimossa, che fa dell’Alto Adige un importante crocevia di destini in un’Europa postbellica da ricostruire anche attraverso l’oblio.
Scheda tecnica
- 13,5 x 20,5 cm | 176 pagine
- Prezzo copertina: euro 16,00
- Marco Ballestracci
- Brossura con alette